I primi due brani, costituiscono una sorta di Overture al concerto; saranno eseguiti poi tre brani dedicati alla “Madre” e al “Padre” di Gesù, per finire la prima parte con brano religioso squisitamente natalizio. 

La seconda parte, sarà appunto dedicata interamente alla musica tradizionale e popolare natalizia italiana rivestita di modernità attraverso le elaborazioni del maestro Barbuto.


Un omaggio particolare, voluto dal Choro Lauda Sion e dal direttore M. Francesco Barbuto per l’invito del M. Maria Letizia Mayerà e dell’organizzazione di poter eseguire un concerto in Calabria e nello splendido Teatro Rendano, sarà l’esecuzione del delicato e raffinato brano calabrese “A ninna nanna”, elaborato da Lamberto Petropoli per coro a 4 voci miste e accompagnato al pianoforte seguente.

Verbum caro factum est

Elaborazione di Francesco Barbuto (*1968) su melodia gregoriana per coro a 4 voci miste a cappella.


Questo brano da il titolo alla raccolta di elaborazioni di melodie tradizionali e inni natalizi di Francesco Barbuto ha pubblicato per la Sonitus Edizioni. L’andamento musicale e vocale “sobrio” e allo stesso tempo “coloristico”, fa in modo di far incontrare l’antico col moderno.

Il testo, tratto dal Vangelo secondo Giovanni (1, 14), ben si adatta come “inizio” in tutti gli ambiti: inizio della raccolta, inizio del CD, inizio del concerto.

«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi».


Alleluja

Mottetto per la ex Missa votiva de SS. Eucharistiae Sacramento di Lajos Bárdos (1899-1986) per coro a 4 voci miste a cappella.

A Bárdos la musica corale del ‘900 deve molto. Eppure in Italia egli è un compositore ancora poco noto.

Da un lato è stato considerato il successore della musica poetica corale a cappella di Kodály (di cui fu allievo dal 1921 al 1925) nell’armonizzazione di canti popolari in forma mottettistica; dall’altra ha ampiamente composto brani per la liturgia, sposando le indicazioni del Motu Proprio di Pio X (1903) e basandosi sulle idee del movimento ceciliano.

Le sue composizioni corali sono state ampiamente riconosciute in Ungheria e all’estero per il pregio delle linee melodiche, per la loro limpida prosodia – di cui è stato insigne maestro – oltre che per il profondo senso della vocalità e delle polifonie.

L’indissolubilità della correlazione fra la musica e il testo sacro è uno degli aspetti peculiari della sua sensibilità artistica e fa acquisire una fortissima valenza simbolica ai suoni e alle parole.

L’Alleluja che sarà proposto in concerto, sarà certamente un modello esemplificativo della raffinatissima arte corale di Lajos Báardos.


Bogoroditse Devo, Raduisya

Dai “Vespri per la notte della Vigilia di Natale Op. 37” di Sergej Rachmaninoff (1873-1943), per coro a 6 voci miste a cappella.

Eseguita l’opera intera per la prima volta a Mosca nel 1915, i mottetti che la compongono “trasudano” di un amore e profonda pietà verso l’umanità.

È stata definita da molti maestri come una “sinfonia corale”, che solo Rachmaninoff era in grado di comporre.

Il brano Bogoroditse Devo, Raduisya è una tenera e pacate Ave Maria in russo.

Questa preghiera cantata, ha un suo sviluppo espressivo musicale sensibilmente russo, che richiama i monasteri religiosi ortodossi. Lo sviluppo dinamico del brano – dal p al ff e al pp finale – ben rappresenta il modo che i russi hanno di pregare e “animare” le loro preghiere.

Ma se scaviamo ancor più profondamente, in questa musica troviamo tutta l’anima e la nostalgia di Rachmaninoff per la sua Russia, terra d’origine, impregnata di armonie e colori che certamente egli aveva introiettato in tutti i suoi viaggi all’estero e soprattutto in occidente.


Beata es

Mottetto in versione per Ten. solo, coro a 4 voci miste e pianoforte.

Composto per la raccolta “Canti Sacri” pubblicata dalla Sonitus Edizioni, questo brano è un omaggio dedicato all’incontro di Maria ed Elisabetta tratto dal Vangelo secondo Luca (1, 45). Inizialmente, nasce come un’Aria. Il testo, particolarmente simbolico, ben si presta ad un approccio di scrittura di melodia accompagnata.

Successivamente è stato scritto per Soprano solo e coro a quattro voci miste a cappella o accompagnato con pianoforte seguente e si pone di far “parlare” in prima persona Elisabetta nell’incontro con Maria.

In questo concerto è eseguito per Tenore solo, lasciano un effetto come se l’incontro fosse raccontato da un Historicus.

In questo brano, scritto dieci anni fa nel 2003, si possono già ascoltare le attenzioni che Francesco Barbuto dedicherà sempre più all’aspetto “coloristico” armonico (più avanti insieme a un aspetto polifonico contrappuntistico sempre più presente), intento nell’ambientare e contestualizzare il testo cantato sotto forma di dialogo dal solista e dalle sezioni del coro.

Un aspetto, questo, certamente condizionato dalla musica del ‘900 e in particolare da compositori, come Debussy, Ravel, Vaughan Williams e Respighi, ma anche Duruflé, Bárdos e Poulenc (per citarne alcuni), che Barbuto ha sempre ascoltato e amato.


Ave Maria e Gloria Patri

Entrambi i mottetti, del compositore spagnolo Julio Dominguez (*1965), il primo per coro a 4 voci miste, accompagnato con piano seguente e il secondo tratto dai “Tres Motetes para o tempo de Nadal” per coro a 4 voci miste, anch’esso accompagnato con piano seguente, sono un esempio di musica corale dallo sfondo “poetico contemporaneo”.

I suoi brani, particolarmente cantabili, semplici (ma non semplicistici), dolci e raffinati, sono molto eseguiti nella sua terra di Spagna e all’estero.


Otche nas

Mottetto di Nicolaj Kedrov (1871-1940), per coro a 4 voci miste a cappella.

Dal 1894-1897, Kedrov studiò canto al Conservatorio di San Pietroburgo , diventando un baritono lirico esibendosi in diversi teatri , tra cui il Bolshoi e il Teatro Mariinsky .

Nel 1897 creò un quartetto vocale maschile, che includeva, nel repertorio, canzoni russe popolari, ballate, musica lirica.

Fu con questo quartetto che man mano si dedicò sempre più alla musica liturgica.

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, nel 1922 emigrò con la famiglia dalla Russia e visse a Berlino e nel 1928 si trasferì in Francia.

A Parigi, Kedrov ricreò un quartetto, il Quatuor Kedrov. L’ensemble, considerato in esilio, comprendeva in repertorio, moltissimi canti liturgici della Chiesa ortodossa russa.

Come per Rachmaninoff, anche Kedrov vedeva in questa musica, un’esperienza compositiva straordinaria, che lo metteva in condizioni di “rispettare” fino in fondo il suo corpus originario.

L’Otche nas è un esempio corale di assoluta delicatezza. Kedrov rispetta fedelissimamente l’andamento recitativo, usato per la preghiera, e inserisce un “tocco” armonico-coloristico “in punta di piedi”, per dare un accenno alla modernità.


La seconda parte sarà interamente dedicata ai brani tradizionali e popolari natalizi italiani e stranieri elaborati da Francesco Barbuto ed estrapolati dalla raccolta “Verbum caro factum est” – Canti di Natale pubblicata per la Sonitus Edizioni e incisa in un CD col Choro Lauda Sion e ensemble strumentale in occasione delle celebrazioni del 10° anno di attività musicale, che cade proprio quest’anno nel 2013.

I brani, scritti per coro a voci miste a cappella, sono stati composti tra il 2006 e il 2011, periodo in cui Francesco Barbuto si è dedicato ad un particolare percorso di ricerca sui canti natalizi che lo ha portato alla volontà di pubblicarli e renderli disponibili al pubblico e ai cori.

La semplicità e sobrietà, insieme a una delicata modernità di stile compositivo e al mantenimento del retrogusto tradizionale natalizio, sono gli ingredienti riscontrabili già dalla prima lettura di queste elaborazioni.

Per esecuzioni più festose e per particolari concerti (come per quello che sarà eseguito al Teatro Rendano), i brani possono essere eseguiti anche con accompagnamento musicale, estrapolando anche parti da utilizzare come introduzioni, con la tecnica definita del “basso seguente”, in cui gli strumenti eseguono in “raddoppio” le parti vocali.

La brevità e allo stesso tempo la raffinatezza delle musiche elaborate proposte, trasmette un messaggio musicale che può essere immediato, comprensibile.

Per questo, l’ascoltatore può – in modo “sereno” – assaporare l’arrivo della festa del Natale, senza necessariamente dedicarsi ad un approccio impegnativo e troppo riflessivo.

In questo senso i brani della raccolta “Verbum caro factum est” – Canti di Natale di Francesco Barbuto possono essere tranquillamente ascoltati da “tutti”: anziani, adulti e piccini.

Francesco ama dire sempre che: «La musica deve essere composta con la massima attenzione, passione, dedizione e raffinatezza possibile, ma deve arrivare all’ascoltatore in modo diretto, immediato e soprattutto offrire e trasmettere “emozioni”».


Il CD, edito e pubblicato dalla casa editrice Sonitus, è stato inciso dal Choro Lauda Sion di Caronno Varesino con la collaborazione e l’accompagnamento di un ensemble strumentale diretti dallo stesso Maestro Francesco Barbuto.


Per informazioni potete vedere il sito: www.sonitusedizioni.com o chiedere direttamente al Choro Lauda Sion all’indirizzo mail: choro.lauda.sion@gmail.com.