Cinque sono i contenuti fondamentali su cui il compositore si è concentrato ad ambientare e caratterizzare tutta l’opera: discesa dell’Angelo Gabriele; saluto e annuncio a Maria (Ave Maria e annuncio del concepimento); turbamento di Maria per questo annuncio (Ipsa autem turbata est…); rassicurazione dell’Angelo per la nascita di Gesù attraverso lo Spirito Santo (Ne timeas Maria…); Accettazione e obbedienza di Maria alla parola divina (Ecce Ancilla Domini…). L’inserimento dell’avvenimento della nascita di Gesù (Verbun caro factum est et habitavi in nobis), assume lo scopo di voler trasmettere l’evento compiuto annunciato dall’Angelo a Maria (il Natale).

L’organico è formato dai solisti che sono: l’Historicus (Evangelista), eseguito da un Baritono; Angelus Gabriel (Angelo Gabriele) eseguito da un Soprano e un Tenore; Maria, eseguita da un Soprano. La scelta di far cantare a un Soprano e un Tenore l’Angelo assume lo scopo di rendere “asessuato” il personaggio (è uomo o donna?), come si tende ad identificarlo generalmente.

Il Coro dialoga con i personaggi e assume la funzione di trait d’union tra le varie parti cantate.

Gli strumenti sono costituiti da: fiati (Flauto in Do e in Sol, Oboi, Clarinetti in la, Fagotti); archi (Violini I e II, Viole, Violoncelli e Contrabbassi) e Organo. È richiesta, quindi, una formazione strumentale da camera. Questo approccio vuole mantenere l’intento intimo col quale è stata scritta tutta l’opera.

Per la disposizione dell’organico – per un’esecuzione in chiesa – Francesco Barbuto ha pensato a una dislocazione che possa contribuire a creare uno stimolante, comunque rispettoso, effetto scenico e coreografico, logistico e acustico durante l’esecuzione: Hisctoricus sull’ambone; Angelo Gabriele sulla cantoria laterale; coro sull’altare; orchestra davanti all’altare; Maria davanti a tutti e Direttore.

L’oratorio è composto da 21 quadri musicali. La scelta è corrispondente alla quantità e denominazione delle lettere dell’alfabeto italiano.

Tutta l’attenzione espressiva e interpretativa musicale dei quadri è basata su una particolare riflessione sui contenuti fondanti dei versi evangelici.


L’impianto musicale tonale dell’oratorio e le melodie dei personaggi sono stati scelti “cavando” i suoni dalle vocali del titolo o del personaggio; per es.: MARIA = A (La), I (SIb), A (La). Quindi La-Sib-La. Questi tre suoni sono proprio l’incipit della melodia caratterizzante Maria.

Questa tecnica importante – ed utile per vincere l’imbarazzo del foglio bianco – in realtà è antica e già Josquin des Prez (Maestro fiammingo di fine ‘400) l’aveva usata per la sua “Messa” in onore di Hercules, Signore di Ferrara.

Inoltre, i personaggi dell’Historicus e di Maria si muovono in un determinato tono musicale, mentre l’Angelo Gabriele in tutt’altro ambito, con le note non utilizzate dall’altra scala di suoni. Si crea, così, un forte dialogo contrastante e stimolante tra i vari personaggi evangelici.

Dal punto di vista compositivo il compositore ha usato diverse tecniche, a seconda dell’ispirazione derivante dai contenuti dei testi: alcune antiche come recitativi, canoni mensurali, sorte di fughe, arie accompagnate, alcune moderne attraverso particolari duetti, soli e uso di armonie complesse moderne. Francesco ha cercato di gestire il tutto – come filo conduttore – con un gusto sensibilmente attuale, contemporaneo.


«E’ così emozionante sapere e vivere per me, il fatto che alcune note scritte inizialmente sul pentagramma, siano diventate “via via” una composizione sempre più complessa, un’opera e un’esecuzione concertistica di ampio respiro, con cantanti, cantori e musicisti veri e propri…»